Osama è morto davvero: dal ridere. Il nostro giornale ha avuto la definitiva
conferma della morte dello sceicco del terrore Osama Bin Laden. Egli è deceduto
ieri, dopo una settimana di agonia, a seguito di una irrefrenabile crisi di
ilarità dopo la lettura delle circostanze della sua morte. Lo ha finalmente
dichiarato a una TV privata pakistana la ventisettesima moglie (la preferita...),
la quale ha detto testualmente: "è stata una morte terribile, da circa una settimana
non riuscivamo a trattenerlo in nessun modo... alla lettura delle varie circostanze
della sua morte è stato preso da una crisi irrefrenabile... ogni cura è stata
vana... non c'è stato nulla da fare.. .poverino...".
In effetti, rilette dopo qualche giorno le modalità della sua morte
qualche perplessità la creano: "era disarmato...ma i marines avevano l'ordine
di ucciderlo"; "era disarmato ma ha cercato di difendersi"; "era disarmato,
ha assalito i marines...l'hanno ucciso" (in questo caso pare abbia infilato
un dito in un occhio a un sergente americano); "aveva un kalashnikov e una pistola
a portata di mano"; "un elicottero americano ha avuto un guasto ed è caduto
sulla casa, ma nessuno si è accorto di nulla... era un elicottero invisibile";
"nella casa non risulta un solo foro di proiettile"; "viveva lì da almeno sei
anni" e così via.
Effettivamente, leggendo questa e migliaia di altre dichiarazioni simili,
è ormai certo che veramente il super ricercato Bin Laden possa essere morto
dal ridere e quindi il mondo si è liberato del suo nemico numero uno. Restano
qualche migliaia di guerriglieri afghani, di insorgenti iracheni e quisquilie
del genere, ma ormai il più è fatto. Come dichiarano concordi i leaders occidentali,
raccomandando però (non si sa mai...) di tenere alta la guardia. Purtroppo,
ed è doloroso dirlo, per noi italiani, le notizie sulla dipartita di Bin Laden,
hanno comportato la perdita di un prestigioso primato: i primi posti che detenevamo
da tempo sulle scemenze più ripetute. Per la cronaca, prima che nella hit-parade
balzassero in testa le notizie sulla morte dello sceicco, la classifica era
saldamente nelle mani di noi italiani. Ai primi posti infatti figuravano nell'ordine:
"Ruby è la nipote di Mubarak"; "la crisi economica non esiste"; "Equitalia è
un'associazione benefica (come peraltro dice il nome)"; "Tremonti è un economista".
Ora, come dicevamo, queste notizie, che garantivano al paese dello stivale
un primato assoluto, purtroppo sono passate al secondo, terzo, quarto, quinto
posto. E' senza dubbio un fatto grave, che solo parzialmente può essere compensato
dalla morte atroce del pericolo pubblico numero uno.
Azazello