Nelle ultime ore di questa giornata, le notizie che arrivano dal Parlamento
fanno ritenere che lo scontro istituzionale da noi previsto tempo fa sulle leggi
blocca-processi, si avvicini a grandissimi passi. Per cui entro poche settimane
l'Italia assisterà a un conflitto che ne segnerà sicuramente la vita per molti
anni. Ciò, ovviamente, a seconda di come andrà a finire.
Procediamo con ordine: in primo luogo, va segnalata l'iniziativa dei
capogruppo del Pdl a Camera e Senato (Gasparri e Quagliariello) che chiedono
un'ispezione urgentissima alla Procura di Milano. Il destinatario di tale richiesta
è il ministro della Giustizia Alfano e si può immaginare quella che sarà la
risposta. L'ispezione mira ovviamente a creare una situazione di emergenza alla
Procura milanese mentre sono in corso i noti processi. Il vantaggio sarebbe
più tattico che strategico, ma l'iniziativa va, secondo i promotori, ugualmente
portata a termine.
Molto più importante, è la seconda notizia esplosa come un boato oggi,
di una nuova proposta di legge del Pdl (già depositata o da depositarsi nelle
prossime ore) che imporrebbe la sospensione dei processi per i quali fosse stata
sollevata la pregiudiziale di "conflitto di attribuzione". E' chiaramente un'iniziativa
per bloccare il processo "Ruby" che (contrariamente a quello "Mills") non è
vicino alla prescrizione e, quindi, non può avvalersi della Legge appena approvata
alla camera. Ricordiamo che in questo caso, il conflitto di attribuzione è già
stato votato in Parlamento, sul presupposto che il reato contestato al presidente
del Consiglio sia un reato ministeriale. Che, nel caso, significa che egli effettivamente
riteneva che l'ormai arcinota prostituta Ruby, fosse la nipote del presidente
egiziano Mubarak.
La terza notizia o, per meglio dire, indiscrezione, insieme la più ghiotta
e inquietante, è che per il Capo dello Stato Napolitano, stia per iniziare la
cosiddetta "cura Boffo", cioè una campagna di stampa preventiva, volta ad "ammorbidirne"
i comportamenti in vista della promulgazione proprio della legge sulla prescrizione
breve (o legge salva-Berlusconi che dir si voglia). A dir la verità, qualche
avvisaglia del metodo "Boffo" applicato al Presidente della Repubblica, si era
già avuta in alcuni articoli dei giornali del premier dei giorni scorsi. In
particolare ricordiamo un articolo del direttore de "Il Giornale" Sallusti,
che sentenziava che gli ex servi del nemico (l'Unione Sovietica), non potessero
ergersi a difensori della Costituzione.
L'allusione al presidente della Repubblica, già ex deputato del PCI,
era chiarissima e inequivocabile. Quindi se tutto andrà come le cose lasciano
prevedere, nei prossimi giorni, avvicinandosi la data della promulgazione della
legge, assisteremo a una escalation di attacchi a Napolitano. Tutto questo,
dipende anche dal fatto, che il presidente del Consiglio e la sua maggioranza
parlamentare, si sono spinti talmente avanti nello scontro, da non avere più,
neanche volendo, un minimo margine di manovra. Ogni passo indietro verrebbe
visto dalla sua stessa maggioranza, ormai disposta a tutto, come l'inizio della
fine, quindi il motto deve essere: "avanti a tutta forza!". E' ovviamente un
"avanti" che porta dritto dritto alla madre di tutte le battaglie, quella con
il presidente Napolitano, dal risultato della quale dipenderà gran parte del
nostro futuro.
s.p.