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Su
Rimini si sta addensando una vera e propria "tempesta perfetta", i segnali
ci sono tutti. Il primo: a metà aprile prenotazioni zero. Ugualmente, alcune
gestioni si preannunciano dello stesso tipo di quelle che, l'anno scorso, portarono
Rimini su tutti i giornali (ricordate l'Hotel Mosè e soci?). Cambiano le sigle,
cambiano i prestanome, ma le realtà restano quelle. Quindi è facile prevedere
un'altra stagione di turisti in mezzo alla strada e dipendenti senza stipendio.
In una situazione drammatica come quella attuale è proprio quello che ci vuole
per risollevare l'immagine della Riviera.
Per conto loro poi, visto che sono in campagna elettorale, i candidati
sindaci fanno a gara nello "sparare promesse" che, anche il più tonto degli
elettori, questa volta, farà fatica a credere. Un decimo di quello che è stato
promesso dal più sobrio dei candidati in questi giorni, costerebbe tanto quanto
le risorse fornite a Cagnoni in questi anni e da lui mirabilmente gestite. Non
basteranno i prossimi trent'anni per fare ritornare in equilibrio i conti degli
enti interessati soprattutto in presenza di una congiuntura economica sempre
più negativa, figuriamoci trovare altre centinaia di milioni di euro per onorare
le promesse elettorali di questi giorni. L'embargo poi contro San Marino (sia
pur nobilmente motivato: lotta all'evasione fiscale) ha comunque azzerato economicamente
una parte significativa del nostro territorio.
Da qualche mese se ne vedono gli effetti: 15/20mila consumatori spariti,
negozi vuoti, depressione ovunque. E' ovvio che in questo bel clima si senta,
sottotraccia ma chiaro, il soffio della criminalità organizzata che, come l'avvoltoio,
va là dove sente odor di putrefazione. Potremmo continuare per parecchio su
questi argomenti ma piove, e siamo sufficientemente preoccupati.
w.