Che a Rimini ci sia una certa sinergia tra pubblico e privato è innegabile
e sotto gli occhi di tutti. Se da un lato abbiamo i proprietari di palazzi e
negozi storici che pur di non abbassare le pretese, preferiscono lasciarli marcire,
rovinando così anche l'immagine del già degradato centro storico, dall'altra,
i nostri amministratori, per non essere da meno, contribuiscono allo svilimento
dello stesso centro, abbandonandolo al suo triste destino di vecchietto ultra
centenario, senza nemmeno degnarlo di un piccolo lifting per salvarne almeno
le apparenze e renderlo più piacevole da frequentare.
Evidentemente, hanno già data persa la partita contro iper e centri
commerciali e preferiscono non insistere con l'accanimento terapeutico per il
moribondo. Ma se ancora considerano possibile il ritorno dal coma profondo,
oltre che parlare di project financing e di investimenti faraonici per il lungomare,
non sarebbe il caso di spendere qualche spicciolo per tagliare i cespugli che
crescono tra i mattoni, nascondere cavi e pali arruginiti, vetri e portoni rotti,
e chiudere le buche di asfalti e marciapiedi più frequentati, spesso anche fonti
di pericolo per pedoni e ciclisti? (Nelle foto, i negozi abbandonati dell'ex
Oviesse ed ex Standa in corso D'Augusto e la fiancata del Teatro Galli).
Il rusgone