Per chi non segue la materia, ricordo che Mario Monti è un ex commissario
del governo europeo in rappresentanza dell'Italia. L'uomo gode del rispetto
di tutti ed è universalmente riconosciuto per la sua competenza ed anche per
la sua indipendenza di giudizio. Può essere annoverato fra quei servitori dello
Stato che qualsiasi governo di qualsiasi colore, dovrebbe fare i salti mortali
per poterne avere il contributo, anche indiretto.
Cosa dice Mario Monti al Governo? Monti scrive di rado, i suoi articoli
sono intervallati da mesi e l'ultimo che mi è capitato risale a domenica 6 febbraio.
In quell'occasione l'uomo muove sia una critica alla politica economica del
governo, sia una critica al comportamento del maggior gruppo di opposizione.
Al governo chiede come mai solo oggi, a tanta distanza da vecchie promesse,
a diversi anni dall'insediamento dell'ultimo governo e dall'inizio più virulento
della crisi economica, ci si sia decisi a progettare una politica di rilancio.
Riconosce ai governanti la fermezza necessaria per il contenimento della spesa
pubblica, ma addebita loro l'assenza dell'altra parte: del rilancio che, evidentemente
a suo modo di vedere, non deve essere successivo ma al contrario deve essere
messo in atto in contemporanea. Così che il giudizio complessivo è di insufficienza.
Già in precedenza dai suoi scritti e da quelli di altri economisti la questione
era stata posta con chiarezza.
Alla opposizione e personalmente a Bersani, rimprovera di avere subito
rifiutato, in modo anticipato, la profferta del presidente del Consiglio di
una cooperazione per il rilancio. Monti sostiene che Bersani, ci creda o meno,
poteva "andare a vedere" se la proposta aveva un valore reale o era solo la
propaganda di un Silvio ormai alle corde.
Conclusioni? Mi sembra che la critica di maggior peso sia quella rivolta
al governo. E suscita interrogativi sulle motivazioni che sono alla base degli
annunci ripetuti di una svolta in materia di politica economica. Anche se in
ritardo, è opinione di tutti che sarebbe la benvenuta sia che origini da una
necessità del governo di uscire dall'inferno delle vicende giudiziarie del presidente,
sia che rappresenti una risposta indispensabile ai risultati dei più recenti
sondaggi di opinione. Gli ultimi mostrano il disorientamento di una grande parte
dei cittadini e tra chi ancora sceglie tra i partiti, non assegna più alcuna
maggioranza. Può essere un campanello di allarme, ed è bene per tutti
non fare finta di niente.
Steve