A
proposito della vicenda Palas e sulla figura, ormai discussa, di Lorenzo
Cagnoni, fra i soliti ben informati e sui mezzi d'informazione si fanno strada
due ben strane idee. La prima è che la politica stia offrendo allo stesso Cagnoni
una solidarietà di sola facciata, pronta a "tradirlo" al momento opportuno.
Ora, che la classe politica riminese faccia di Cagnoni una difesa solo di facciata
non è vero. Tutti, maggioranza e opposizione, hanno messo esattamente la faccia
su tutte (nessuna esclusa...) delle sue azioni, fino ad arrivare ad ignorare
che, fin dal 2009, erano noti i vizi strutturali degli ormai famigerati "piloni".
E non dimentichiamo dove, "Per facilitare il Palas", fu autorizzato lo scarico
in deroga del terreno di scavo! I nostri politici, su Cagnoni e la sua "creatura",
sono stati di un'ammirevole e ferrea coerenza (forse non commendevole ma ammirevole
sì).
Non uno, nè di maggioranza, nè di opposizione, ha mai obiettato nulla
"assolvendo" tutto, tanto nelle sedi di partito, quanto in quelle istituzionali
visto che, pochi giorni fa, a scandalo scoppiato, ancora, nel Consiglio Comunale
di Rimini e in quello Provinciale, Cagnoni ha ricevuto la fiducia di tutti,
dall'estrema sinistra all'estrema destra (salvo, se non ricordiamo male, Renzi,
peraltro anche lui sino all'altro ieri silente...). Quindi questa classe politica
la faccia ce la messa su questa vicenda eccome. E sarà bene che i cittadini
se lo ricordino. L'altra strana idea è che le creature di Cagnoni hanno sempre
"reso bene". In realtà, la Fiera e il Palacongressi sono due due mega opere
che sono tutt'altro che un affare e non renderanno affatto "bene", anzi non
renderanno affatto se non altri debiti. La Fiera sta ora cominciando a traballare
appunto sotto il peso schiacciante dei debiti, e lo si sapeva, tant'è che la
Borsa di Milano (che ammette alla quotazione quasi tutto...) all'epoca non la
volle.
Quanto al Palas - indipendentemente dalle disavventure sismico-urbanistiche
e dalla ritardata apertura - si sa già che è, finanziariamente, una voragine
che inghiottirà, in breve tra l'altro, il patrimonio degli sventurati soci.
Sventurati che sono, ricordiamolo bene, non quelli "di facciata" (Comune, Provincia,
Regione, ecc.), ma i cittadini-contribuenti riminesi svenati dal colosso (dai
piedi fragili, è il caso di dire...) orribilmente piazzato nel mezzo della città.
(nella foto: la prossima avventura edil/commerciale di Cagnoni. Ci sono buone
possibilità che anche questa faccia crack).
Antonio Cannini