In
questo che, a ragione, può essere considerato l'anno peggiore per
questa città dal dopoguerra, la settimana appena trascorsa è stata
contrassegnata da alcuni episodi che, nell'ormai enorme massa di ridicolo che
ci circonda, spiccano per la loro assoluta tragicomicità, involontaria
sicuramente ma proprio per questo ancora piu' preoccupante. Il primo a dar fuoco
alle polveri è stato il presidente della Federalberghi Giorgetti che,
finalmente, ha avuto il coraggio di dire quello che èsotto gli occhi
di tutti, ma che per ignoranza e per quella specie di viltà che sembra
contrassegnare "l'homo ariminensis" del terzo millennio, tutti facevano finta
di non vedere e sicuramente tacevano.
Giorgetti ha detto senza mezzi termini che la stagione balneare che
sta concludendosi è puramente e semplicemente disastrosa. Per un paio
di giorni silenzio e sconcerto, poi, ad un preciso segnale, i soliti organismi
prezzolati hanno cominciato a fare dei distinguo, a discettare sugli zero virgola
percento per concludere che: "si va male ma non tanto" e che comunque "ci rifaremo"
. I tre giornali locali anch'essi, dopo un attimo di smarrimento, giù
a ripeter il coro e a scrivere gli zero virgola percento. Non poteva mancare
l'assessore provinciale Fabio Galli per ripetere che: "comunque il modello
tiene". Questa non l'avevamo mai sentita.
La realtà è ben diversa. La perdita dei ricavi delle attività
extralberghiere rispetto al 2009 (anno già nerissimo), è di circa
un 30%. Sull'alberghiero la stima è un po' più difficile, ma,
e qui ha ragione Giorgetti, è comunque fortissima tant'è vero
che le fughe degli affittuari insolventi che normalmente lasciavano le gestioni
a fine stagione e con loro i fornitori "fregati", sono iniziate quest'anno prima
di ferragosto ed è facile immaginare che i buchi dei fornitori resteranno grandi
ma verranno anticipati nel tempo. Come al solito l'unico che prudentemente aveva
già lanciato da tempo il segnale d'allarme è anche l'unico fornito
di qualcosa sotto la calotta cranica e di qualcos'altro tra il tronco e le gambe.
L'assessore regionale Melucci (perchè è di lui che stiamo
parlando se non l'avete capito) questi attributi a dir la verità, pur
avendoli contrariamente agli altri compagni, li ha mai usati. Ma prevalentemente
solo per se stesso. Tuttavia, appunto perchè ben dotato di intelletto,
già ad inizio stagione aveva pronosticato che "sarebbe stata dura" e
che alla fine ci saremmo trovati "un po' più poveri" (ovviamente noi
non lui!). Analisi perfetta. Il guaio è che a questo disastro, oltre
alle contingenze internazionali e nazionali, hanno dato il loro non piccolo
contributo anche le ormai evidenti inefficenze locali.
Che poi a livello locale prevalga il ridicolo più che il tragico è un
altro discorso. I vari Galli, Gnassi, Zerbini, Biagini, Beltrami, Petitti, etc.
etc. non sono altro che i beniamini e i figliocci (qualche volta ex beniamini...)
dei vari Melucci, Chicchi, Fabbri, Vichi. Sono stati scelti non certo per quello
che avevano in testa ma per il loro meritorio conformismo, obbedienza e disponibilità
a ripetere a memoria il piccolo breviario del giovane politico consistente fondamentalmente
in qualche decina di frasi fatte con le quali condire ogni discorso. Il "modello
tiene" è una di queste. Se non sbagliamo è la numero 28 del capitolo 3° "Turismo
ed Economia" con nota del Guru Prof. Zamagni.
E' ovvio che con questi fenomeni si può anche andare in barca
se c'è bonaccia ma se comincia a tirare il vento è un guaio. Ma
questa volta non è un colpo di vento che si abbatte sui malcapitati riminesi
ma un vero e proprio fortunale che con nocchieri di questo spessore è
facile che affondi la barca con l'intero equipaggio. L'equipaggio purtroppo
siamo noi. (nella foto: la reale situazione del turismo riminese).
Antonio Cannini