Giovedì sera il sindaco di Bellaria ha annunciato che toglierà il senso
unico ed eliminerà la pista ciclabile nel tratto di via Fratelli Cervi compreso
tra la rotonda di via Cuneo e la ferrovia. La decisione è stata comunicata al
Bar 18, storico circolo cooperativo che non si sa perchè e come sia stato affidato
ad una gestione quanto meno distante dalla sinistra (sempre bravi noi a farci
del male da soli), di fronte ad una "tifoseria" molto eccitata. Del
resto, dopo che anche il Pd in campagna elettorale si era espresso in modo sconsiderato
contro il senso unico, per Enzo Ceccarelli, il sindaco, è stato come fare gol
a porta vuota.
Solo che c'è modo e modo di giocare e di segnare: il sindaco poteva,
legittimamente, buttarla in politica e invocare la larga maggioranza che sa
di avere sul provvedimento; oppure poteva spendere, se li ha, i dati del monitoraggio
sulla distribuzione dei carichi di traffico nella vie Cervi, Pisino, Sebenico,
Conti, Ravenna. Ceccarelli ha scelto una terza via, che dimostra insieme la
sua forza e la sua debolezza: il senso unico non lo vogliono le categorie economiche
perchè fonte di sventura commerciale. Per cui, direbbe Albanese-Cetto La Qualunue,
"to culo alla pista ciclabile". La forza di questa posizione: le categorie
economiche pesano elettoralmente e soprattutto fanno "massa critica"
nell'orientare la pubblica opinione. La debolezza: Ceccarelli non ci ha detto
quante pizze in meno fanno al Bosco, quanti caffè in meno fanno al 18, quante
pesche in meno vende la Frutteria e quante maglie in meno vende Chiodi (nessuna,
parola di chi gestisce il negozio).
Non ce lo ha detto in cifre assolute e non ce lo ha detto in cifre ponderate,
cioè al netto della crisi economica. Ci ha detto che c'è chi urla e che quelle
urla hanno un fondamento. Perchè hanno un fondamento? Perchè se urlano un motivo
ci sarà. Durante quella serata ho fatto presente che amministrare è ascoltare
ma soprattutto decidere, con una sintesi alta che tuteli prima di tutto gli
interessi della collettività. Sennò il sindaco diventerà ostaggio di chi urla
più forte e più forte ancora e la vita politica e civile, sempre in bilico tra
razionalità e populismo, diventerà una grande rissa
Alla lunga si arriverà al corto circuito e chi è stato chiamato a governare
sarà prigioniero del suo stesso mondo. Ne verranno fuori tantissime di queste
contraddizioni, non sottovaluto Ceccarelli ma mi pare che non sia sufficientemente
attrezzato per muoversi in questo ginepraio. Ecco perchè dico che è (anche)
debole. Per ora incassiamo la sconfitta ma facciamone tesoro. Verranno tempi
migliori. O no?
Onide Donati