L'articolo precedente su "affari e politica" è ancora caldo di inchiostro
ed già ha un seguito. Ha per oggetto le irregolarità riscontrate dagli ispettori
del ministero del Tesoro negli appalti per la ristrutturazione dell'ospedale
Niguarda di Milano per un complesso di interventi con una spesa di un miliardo
di euro. Le ispezioni potevano poi essere estese ad altre operazioni su altri
ospedali di altre citta della Lombardia ma è giunta una pronta risposta proprio
dai vertici della Regione che, con una sua circolare, invita le direzioni degli
ospedali a deviare gli ispettori all'avvocatura regionale, in quanto le ispezioni
a carattere amministrativo vengono ritenute di competenza regionale in quanto
la materia competente alla sola Regione.
Abbiamo detto e lo ripetiamo che non ci interessano tanto gli aspetti
scandalistici ma gli insegnamenti che dall'avvenimento si possono ricavare.
Anche questa volta impariamo qualcosa: la Regione Lombardia si preoccupa di
bloccare subito gli ispettori e dice di non rispondere ai funzionari dello Stato.
Noi notiamo due cose: una, che l'attenzione si sposta dalle irregolarità e la
questione di sostanza (il controllo, il riscontro e la correzione di eventuali
storture) passa in secondo piano. L'altra riguarda i rapporti tra Stato e Regioni.
E ci chiediamo che sarà domani con il federalismo se già oggi ci sono conflitti
di questa sorta.
Sappiamo cosa ci direbbero i convinti federalisti: ci direbbero che
questo accade proprio perchè il federalismo non c'è. Non li sfiorerebbe nemmeno
il dubbio dell'interrogativo.Ma se anche fosse, se i politici regionali lombardi
avessero utilizzato l'amministrazione pubblica per interessi privati, dovremmo
pensare che nessuno può intervenire al di sopra di loro? Anche a questo c'è
sempre una possibile risposta pront: "C'è sempre la magistratura che può controllare".Già,
ma questa può intervenire in una piccola percentuale di irregolarità, solo dove
ricorra una ipotesi di reato. Lo Stato, il Tesoro, così importanti perchè hanno
una visione complessiva della spesa e la responsabilità davanti al Paese sarebbero
tagliati fuori.
Anche noi siamo convinti che ci siano forme di decentramento da incrementare,
per gestire meglio l'amministrazione pubblica, ma allo stesso tempo temiamo
che i modi oggi proposti siano ideologici e che risentano troppo del conflitto
centro/periferia, e della voglia di disgregare lo Stato. Crediamo di non dire
eresie e di non essere i soli a temere che i difetti di una politica ancora
oggi pesantemente clientelare e sprecona possano diventare più pericolosi dopo
una moltiplicazione dei poteri. Noi, in particolare, siamo convinti che anche
le riforme migliori possano calare molto di valore se non accompagnate, ed ancora
meglio precedute, da una riforma della politica o, meglio,dall'inizio di un
lungo lavoro di riforma della politica.
Crediamo che a poco serva sbandierare il concetto che chi tassa diventa
responsabile davanti ai cittadini e quindi agisce più responsabilmente, perchè
di esempi contrari nel nostro Paese ne sono pieni i fossi.
Steve