Sono
parole e concetti che da tempo occupano molta parte della scena: cambiamento, rinnovamento, riforma della politica. Negli ultimi
anni abbiamo pure assistito ed anche preso parte, a vampate popolari indirizzate
ad un rapido cambiamento. In tale senso si sono anche ripetute ai più vari livelli
proposte ed iniziative. Eppure nonostante sia dalla società, sia da settori
della politica si sia prodotta questa grande massa di inziative, il problema
è ancora là con la sua ingombrante mole. Infatti, se si guarda con animo sgombro
all'essenziale, si può dire che reali passi in avanti sono stati fatti in materia
di bipolarismo, con risultati anche oltre le previsioni. Rimane invece una sensazione
amara per gli schemi e le abitudini ripetitive che riproducono i difetti del
passato.
Sono alti esponenti a parlarci di "comportamenti al di sotto della soglia
civile"; dell'Italia come Paese del "clientelismo di massa"; sono le analisi
degli esperti a confermarci la mancanza di ricambio, di mobilità sociale all'interno
delle classi dirigenti che nel loro autoreferenzialismo si riconoscono anche
ottimi trattamenti economici che, comunque li si guardi, vengono percepiti come
un sopruso da parte di chi può tirare le regole a proprio vantaggio. In quanto
all'autoreferenzialismo, vi comprendiamo anche una curiosa abitudine maturata
negli ultimi decenni secondo la quale ogni alto papavero,si dice "bravo", "intelligente"
da solo. Se per caso iniziate ad osservarli, noterete che sotto la copertura
delle solite polemiche, danno degli asini agli avversari e poi lodano se stessi.
Da riformisti, moderati, liberali, convinti ed attenti all'armonia sociale
crediamo che, ai fini del cambiamento, del rinnovamento e della riforma della
politica, a poco servano le ventate di rabbia, il giustizialismo od altre scorciatoie
o soluzioni improvvisate. Naturalmente ci interroghiamo sulle possibilità di
operare un cambiamento reale e profondo, basato sulla comune intelligenza e
sul commune lavoro applicati con costanza nel tempo ed oltre la cortina un po'
nebbiosa dei facili proclami o degli slogan pubblicitari. Quando guardiamo al
nostro futuro ci troviamo a dovere mantenere i piedi per terra ed evitare le
utopie e, contemporaneamente, a dover avere il coraggio di uscire dalla routine
e dale abitudini che ci legano al passato ed all'esistente.
E così facendo la necessità di individuare le soluzioni possibili diventa
pressante, perchè per potere agire e persistere,occorre che sia almeno possibile
immaginare delle mete. Noi crediamo che esistano possibilità di cambiare. Alcune
di queste possibilità sono legate alla stessa evoluzione interna del mondo politico,
dove ci sono individualità che si rendono conto della natura del problema. Altre
sono invece legate alla più generale maturazione della nostra società che, a
nostro avviso, già oggi produce un potenziale di talenti di parecchie lunghezze
più grande rispetto a quello utilizzato dalla politica. E' un potenziale oggi
molto disperso ma se viene portato a "massa critica", potrebbe portare all'avvio
di un processo profondo ed inarrestabile. (nell'immagine, un politico della
Repubblica fotografato nel luogo dove vive: la Luna).
Steve