Il
14 marzo, a Riccione, si tiene una tavola rotonda sulla colonia Enel che
si trova nella zona sud della perla Verde. Costruita dall'architetto Giancarlo
De Carlo, è al centro di numerose polemiche. Diversi e qualificati architetti
e urbanisti della provincia di Rimini, sostengono che il piano urbanistico di
Riccione ne potrebbe prevedere la demolizione. E la considerano un'opera meritevole
d'attenzione da parte della competente Soprintendenza. In effetti, De Carlo
la costruì partendo dal punto di vista dei bambini destinati ad esserne ospiti.
Tutta la struttura è pensata per favorire il bambino: dalla posizione delle
finestre e dall'ampiezza delle stanze, fino all'altezza degli scalini e delle
ringhiere.
Il sindaco Daniele Imola, ai microfoni di Radio Uno Rai, ha detto che
l'edifico va salvaguardato nella struttura ma implementato con attività che
consentano di renderla fruibile, senza farla diventare un rudere. Secondo il
primo cittadino riccionese, i proprietari (un gruppo di imprenditori lombardi),
vorrebbero realizzare un hotel di prestigio. Però, architetti, urbanisti, imprenditori
e politici dovrebbero dare un'occhiata anche a quello che succede "davanti"
alla vecchia colonia: sull'arenile sono stati abbandonati rifiuti provenienti
da attività di costruzione e demolizione svolte in altri luoghi, per una quantità
che si potrebbe stimare attorno ai 30mila metri cubi.
Secondo le nostre fonti, gli uffici della Provincia di Rimini e le altre
autorità competenti: Arpa, Comune di Riccione e Asl hanno autorizzato, direttamente
in arenile, il trattamento di questi rifiuti, presupponendo che la spiaggia
sia un sito idoneo. Evidentemente non si considera che quel tratto di spiaggia
potrebbe essere invaso dalle acque marine in caso di mareggiate, oltre all'
estrema facilità con la quale i percolati possono invadere il terreno e le acque
sottostanti a causa della permeabilità elevatissima delle sabbie stesse. Insomma,
una svista clamorosa e forse anche pericolosa che sta favorendo, forse involontariamente,
chi ci sta lavorando. E che potrebbe mettere in pericolo l'arenile e la stessa
colonia Enel, con buona pace di tutti. (nella foto, la situazione attuale
davanti alla ex colonia Enel).
Antonio Cannini