Trovo
che da molto tempo nel nostro Paese, e forse anche altrove, si parla molto
di riforme e molte volte, quando ci troviamo di fronte ad un cattivo funzionamento
di un servizio dello Stato, osserviamo che ciò è dovuto alla mancanza di riforme
e concludiamo che finchè non sarà fatta la riforma del caso le cose non andranno
a posto. Un servizio, o un potere dello Stato in attesa di imminente riforma,
è il sistema giudiziario. Proprio in questi giorni le cronache se ne occupano
quasi quotidianamente, riferendo le intenzioni dei partiti di governo e di opposizione
che sono diverse in alcune questioni e sono invece coincidenti per alcuni problemi.
Tra questi il ritardo nei processi civili.
Tutti i partiti dicono, e purtroppo è vero come sanno bene tutti i cittadini,
che le cause "non finiscono mai" o, meglio, hanno tempi tali da svilire la loro
efficacia. Chi riceve un danno grave può fallire prima che passino gli anni
necessari per vedere riconosciuti i propri diritti. Nei casi minori, è assai
comune che la spesa in avvocati e "connessi" ecceda l'ammontare del danno. Questi,
credo, siano alcuni dei ragionamenti che comunemente si fanno a supporto della
nacessità della riforma del nostro sistema giudiziario.
Però, qualche tempo prima di Natale, il presidente del tribunale di
Torino, in un dibattito televisivo in prima serata, ci ha informato che nella
sua città la durata media dei processi civili e stata già ridotta ad un anno.
Sappiamo pure che nel tribunale di Bolzano il funzionamento e stato già portato
ad ottimi livelli. Dal presidente del tribunale della città piemontese abbiamo
anche appreso le condizioni di lavoro ed i metodi adoperati. Ebbene, il risultato
è stato raggiunto senza alcun potenziamento di organico, ossia con le stesse
persone di prima.
L'ottimo Barbuto, questo è il suo nome, ha fatto alcune semplicissime
cose. In primo luogo un inventario delle cause in attesa; poi un lavoro di coordinamento
tra i diversi protagonisti dei processi: magistrati, periti, avvocati e cancellieri
per eliminare i tempi morti. Questi principali accorgimenti, assieme ad alcune
altre attenzioni, hanno permesso di portare quel tribunale alla piena efficienza
e qualche protagonista ivi operante ha affermato che soldi in più non ne aveva
visti ma l'orgoglio professionale era soddisfatto. Questo episodio è importante
perchè ci consente di interrogarci sulle cause delle disfunzioni ed anche sui
modi per porvi riparo. Possiamo estendere il ragionamento ad altri settori ed
altre occasioni.
Mi viene in mente, ora, il ritornello che oggi si fa sulla sicurezza
e gli impegni degli onorevoli e dei sindaci nel chiedere più mezzi e mi chiedo:
non sarebbe meglio prima di chiedere di più dare un'occhiata ai metodi di impiego
di ciò che c'è. O così dicendo si è antipattriottici? Nel frattempo, speriamo
sempre nel meglio e in tanti Barbuto.
Steve