Elisa
Marchioni: una deputata sconosciuta ai più, ma conosciutissima in Curia.
La vicenda delle candidature alla Camera che ha spaccato generazionalmente il
Pd riminese, racconta molto di come siano andate queste "indicative" (non primarie),
che i circoli del neonato partito hanno tenuto per fornire i nomi che avrebbero
"accompagnato" le "sicure" candidature di Ermanno Vichi, Giuseppe Chicchi e
Sergio Zavoli. Come sono andate le cose, poi, l'abbiamo visto. Della triade
è rimasto in piedi solo Sergio Zavoli e al posto dei due rappresentanti del
territorio c'è Elisa Marchioni, "benedetta" dal giovane segretario del Pd riminese
Andrea Gnassi.
Chi è 'sta Marchioni? I tre quarti del popolo del Pd non la conosce,
perchè questi tre quarti sono formati da laici, provenienti dai Ds o dalla società
civile non impegnata nel volontariato cattolico. La conoscono molto bene i cattolici
del Pd perchè la Marchioni è cresciuta dentro al volontariato cattolico: è stata
giornalista al Ponte (giornale organo della Curia, formalmente proprietà di
una confraternita) e poi giornalista e direttore a Radio Icaro Tv (idem come
sopra). Gran cerimoniere di tutti gli eventi mediatici che la Diocesi di Rimini
metteva in campo. Dall'attuale sindaco di Rimini Alberto Ravaioli, è stata chiamata
all'assessorato alla Scuola e all'Università (senza passare all'esame del voto),
non perchè avesse solidissime esperienze nel campo, ma perchè garantiva il rapporto
con la Curia. Un rapporto al quale il vescovo precedente e quello attuale tengono
molto, visti gli interessi delle varie realtà cattoliche nel mondo della scuola
(istituti privati da convenzionare, studentati per universitari, ecc.). Insomma,
la solita politica del "do ut des" della quale Marchioni è parte. Per il Pd,
come segno di novità, non pare granchè.
Oggi le accade la stessa cosa. Viene eletta alla Camera dei Deputati
(!) senza passare al vaglio di una vera consultazione all'interno del proprio
partito. Viene privilegiata da diversi fattori: è donna (e nel Pd vige la giusta
regola della parità fra i generi); è giovane (41 anni); non è (era) una politica
di professione. E viene privilegiata anche dal fatto che nelle "indicative",
il suo nome è stato fatto un po' dappertutto, non solo dai cattolici del partito.
Perchè? Perchè qualcuno (Gnassi e i giovani del partito), l'ha voluta giocare
in chiave anti Vichi e Chicchi per liberarsi dei due ingombranti personaggi,
giudicati ormai troppo vecchi dai trentenni.
E' questa la prima delle chiavi di lettura della candidatura Marchioni.
La seconda è che la Curia non è affatto scontenta di vedere un proprio organico
sedere sui seggi del parlamento italiano e certo l'ha spinta ad accettare. Dunque
vincono la battaglia interna al Pd i cattolici e i trentenni dei Ds. Con questi
ultimi che pensano di poter manovrare il neodeputato a proprio piacimento, visto
che hanno contribuito in maniera determinante alla sua elezione.
Ma fanno un errore, perchè Elisa Marchioni, come ha scritto il Carlino
"ha spalle più larghe" di quel che sembra e una carriera politica così fulminante,
sinceramente in pochi l'hanno fatta. Poi ha un suo elettorato interno al volontariato
cattolico che la voterà. E lei farà pesare quei voti nel partito quando sarà
ora di prendere delle decisioni e stabilire "chi fa che cosa". E dovrà rispondere
al suo elettorato (in gran parte non organico al Pd) sulle questioni care al
mondo cattolico. E farà anche questo.
Perdono, invece, la battaglia interna i cinquantenni (e oltre) del partito;
i laici (che dovrebbero essere la maggioranza nel Pd); le donne (la cui maggioranza
ha posizioni diverse dalla Marchioni sui temi etici). Cosa succederà ora? Se
il Pd a Rimini alle politiche raccoglierà più voti della dote portata da Ds
+ Margherita, Andrea Gnassi avrà vinto la guerra e potrà procedere nella sua
battaglia per il "rinnovamento". In caso contrario, si apriranno alcuni fronti
di crisi.
Certo che i giovani del Pd hanno mandato un segnale forte e chiaro ai
loro fratelli maggiori: fatevi da parte, non c'è più spazio per voi. In parte,
questa vicenda ricorda la "svolta del Midas" del Psi nel 1976, con Craxi che
divenne segretario contro i vecchi del partito e poi, in un paio d'anni, li
fece fuori tutti. Come sono andate a finire le cose, lo vediamo anche oggi:
non esiste praticamente più un partito socialista in Italia. Infine, tra un
anno le elezioni amministrative: che succederà se il Pd della provincia di Rimini
dovesse fare flop a queste politiche? Si salverà il meccanismo delle primarie?
Salterà qualche giovane testa troppo ingorda? (nella foto, un gruppo di candidati
del Pd alle prossime politiche combatte contro il vento di destra...).
Maria Rosa Fabbri