Patrizia
Rinaldis è la presidente degli albergatori riminesi. Imprenditrice "da sempre"
nel settore alberghiero, da diversi mesi si trova a guidare l'associazione che
raccoglie la stragrande maggioranza degli operatori del settore. A questo punto
dell'anno, è d'obbligo una chiacchierata con lei sulla situazione turistica
e alberghiera riminese
Presidente, com'è andata la stagione estiva secondo lei? Regione e Provincia
hanno fornito durante l'estate dati piuttosto confortanti. Però chi, in pieno
agosto, usciva la sera e passeggiava per Rimini, o andava nei locali, trovava
meno gente. Quindi? "I numeri non sono così positivi. Regione e Provincia
hanno preso in esame i primi sei mesi dell'anno, quando il dato che viene fornito
tiene conto del turismo congressuale, di quello fieristico, della Pasqua, dei
ponti primaverili… Tutti numeri slegati dal balneare".
Non è comunque un dato del quale essere contenti? "Lo è, ma tenga conto
che su 1250 alberghi riminesi, sono ben 800 quelli stagionali. Quindi per il
nostro'sistema'' il turismo estivo è ancora centrale e, in questo caso, non
si può dire che la stagione sia stata splendente".
Pensa che le presenze, a fine estate, saranno diminuite? "E' una rilevazione
che è ancora prematuro fare. Piuttosto dobbiamo chiederci: se anche fossero
aumentate, come sarebbero aumentate? Se i nuovi arrivi sono formati da gruppi
organizzati o turisti dell'est Europa, come poi si è verificato, è chiaro che
siamo in presenza di un cliente 'povero'' che non può spendere".
Durante l'estate il vicesindaco Maurizio Melucci ha detto che i prezzi dell'extralberghiero
sono troppo alti. Per questo la gente non spende. "Non voglio entrare in
questo tipo di polemica, ma che molti turisti siano venuti a Rimini coi soldi
contati in tasca è un dato di fatto. Ce ne siamo accorti anche noi albergatori:
i consumi interni agli alberghi sono drasticamente diminuiti. E lo si è visto
anche con l'allargarsi del fenomeno del turismo mordi e fuggi, quello da week-end.
Quest'anno ha avuto un vero boom. Sarebbe stata anche una cosa positiva, se
non fosse che questa è stata l'unico tipo di vacanza che molti italiani si sono
potuti permettere. Abbiamo accusato la crisi economica che ha colpito le famiglie,
anche se il nostro turismo balneare, grazie al buon rapporto qualità/prezzo,
ha perso meno del 10% che il balneare ha perso nel resto d'Italia".
Quindi il cosiddetto ritorno delle famiglie in Riviera è un bluff? "No.
In effetti abbiamo avuto molte richieste da parte di famiglie italiane. Ma c'è
il risvolto della medaglia. Come sa, gli hotel di tutta Italia attuano il 'piano
famiglie'. Da noi succede questo: se si va in vacanza in quattro, padre, madre
e due figli piccoli, pagano solo i genitori o i genitori e metà di uno dei due
figli. Insomma, pagano in due e mezzo su quattro. Tenuto conto dei bassi prezzi
praticati dagli hotel nostrani, è chiaro che per molte famiglie si è trattato
di una vacanza conveniente. Ma da noi sono venuti gruppi familiari che prima
andavano in luoghi turistici più cari. Mentre numerose famiglie si sono dovute
adattare, appunto, alla visita mordi e fuggi"
Insomma, una situazione non proprio rosea. Secondo lei, l'amministrazione
pubblica sta facendo abbastanza per aumentare numero e qualità dei turisti?
E gli albergatori suoi associati? Crede che anche la sua categoria stia facendo
abbastanza? "In questi ultimi anni la categoria ha dimostrato di credere
nel rinnovamento. Qualche esempio: l'attivismo di Riviera di Rimini Promotion
(società da noi costituita insieme alle altre AIA e loro strutture promo-commerciali,
a IntuFipe e Fiavet) su voli dall'estero, ha permesso all'aeroporto di rilanciarsi
su quelle rotte e a rimettere in sesto i propri bilanci. E sono state le nostre
Associazioni Albergatori ad aver garantito l'acquisto di un certo numero di
biglietti aerei, cosa che ha messo in moto il meccanismo. Palacongressi: una
significativa parte degli investimenti viene coperta finanziariamente dalle
royalties versate degli albergatori di Rimini, che saranno organizzati all'interno
di un nostro Consorzio per il congressuale. Poi abbiamo presentato all'Amministrazione
comunale un progetto per riconvertire le strutture marginali in luoghi e infrastrutture
di servizio per il turismo, scongiurando i nefasti esiti della rendita immobiliare.
A Rimini ci sono, infatti, circa 150 alberghi che, per ragioni strutturali e
gestionali, stanno uscendo dal mercato. Attraverso questo progetto abbiamo chiesto
che numerosi di questi si possano trasformare in parcheggi multipiano, centri
benessere, sale ricevimento e congressi, piscine, cucine centralizzate e altri
servizi. Lo stesso vale per le nostre iniziative, cominciate negli anni '90
con una proposta presentata al senatore Morando, di incentivi per l'acquisto
dell'albergo da parte del conduttore o affittuario. A me sembrano iniziative
di una categoria fortemente impegnata nel rinnovamento. Adesso, però, tocca
al pubblico e questa famosa 'Cartolina'' di Rimini, cioè la riqualificazione
dei lungomari e dei quartieri turistici, deve finalmente partire. Devono partire
tutti i progetti legati al territorio, specialmente quelli legati all'accessibilità
della città per chi viene da fuori e alla mobilità interna per chi vuole spostarsi
e godersi tutte le attrattive del nostro sistema turistico. Questo compito spetta
a Comune, Provincia e Regione, Stato. Devono muoversi. Faccio presente che la
provincia di Rimini rappresenta l'82% del turismo in Regione. Ma quanto di questo
82% ci torna? Quando noi albergatori, e non solo noi, chiediamo miglioramenti
nei servizi, ad esempio sulla viabilità, beh! Questi miglioramenti ci sono dovuti,
ripeto dovuti. Sono un nostro diritto e non dovremmo neanche perdere tempo a
chiederli. Dovrebbero arrivare e basta. Noi produciamo ricchezza a livello regionale
e nazionale. E questo ci deve essere riconosciuto".
Flavio Semprini