
GENEIMUSOU by Natsuki Takaya © Natsuki Takaya 1994
All rights reserved. First published in Japan in 1996 by HAKUSENSHA, INC.,
Tokyo through Tuttle-Mori Agency Inc., Tokyo |
“Ogni uomo ha in sé una dose
di malizia. In fondo all'anima campeggiano le tenebre. Ma non dobbiamo
lasciarci catturare... mai.”
Tamaki Otoya è uno Shugoshi, maestro di difesa
di un tempio buddista, la cui missione – tramandatagli dalla famiglia
– è quella di difendere il mondo dai Jaki, demoni malvagi
nati dai sentimenti più oscuri presenti nel profondo dell'animo
umano. Al suo fianco vi è Asahi, che ha deciso di essere la sua
ragazza nonostante sia consapevole del fatto che Tamaki sia destinato
in futuro ad abbandonarla.
Genei Musou è nato in un primo tempo
come episodio unico, pubblicato sulla rivista “Hana to Yume –
Planet Zoukan” di Hakusensha nel 1994, e poi espanso fino a diventare
la prima serie regolare di Takaya Natsuki, pubblicata tra il 1996 e l'anno
successivo. La natura autoconclusiva del episodio “pilota”
è ancora evidente in questo primo volume proposto da Dynit, in
cui è chiara la discontinuità tra la prima parte e quella
successiva, non tanto dal punto di vista contenutistico quanto da quello
estetico: come nota l'autrice stessa nei commenti del volume, i disegni
sono ancora acerbi, soprattutto per quanto riguarda le anatomie e i volti
dei personaggi, e la divisione della tavola è un po' caotica; nei
capitoli successivi al primo, tuttavia, è chiaro il miglioramento
già in corso, che porterà poi alla piena maturazione del
tratto vista in Fruits Basket.
Le qualità fisiche del volume sono analoghe a
quelle dei volumi Dynit usciti negli ultimi mesi: la rilegatura è
robusta ma non eccessivamente rigida, la carta è di poco migliore
a quella di HanaKimi e Beck, bianca e di buona grammatura,
seppure ancora troppo trasparente; unico vero difetto la qualità
di stampa, non del tutto soddisfacente, in cui spiccano alcuni retini
bruciati. Come sempre ottimo l'adattamento. Si è scelto di mantenere
numerose espressioni in giapponese, accompagnate da note esplicative a
fondo pagina, che a volte si rivelano un po' troppo ingombranti; forse
l'uso di un glossario a fine volume per i termini ricorrenti sarebbe stata
una soluzione migliore.
Opera minore della Takaya, sicuramente inferiore a Fruits Basket ma pur sempre godibile; alcuni dettagli del primo volume
fanno presagire sviluppi interessanti e la presenza di situazioni più
adulte di quelle generalmente presenti in opere analoghe.
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