
© Tokuma Shoten |
Free Books, dopo aver dimostrato negli
ultimi mesi di essere una delle case editrici italiane maggiormente impegnata
nella volontà di proporre opere originali e non necessariamente mainstream, inaugura nel migliore dei modi la collana “Free
Seishin”, destinata in futuro a ospitare altre opere giapponesi
e coreane (i titoli di prossima pubblicazione sono il coreano Demon
Diary di Kara e Lee Yun Hee e il manga Mahoromatic di Bunjuro
Nakayama e Bow Ditama), con un'ottima edizione di uno dei titoli che hanno
contribuito ad aprire le porte dell'Occidente al fumetto giapponese. Grey di Yoshihisa Tagami comparve per la prima volta in Italia sotto gli auspici
dell'ormai scomparsa Granata Press e attrasse fin da subito l'attenzione
dei lettori grazie alle tematiche fantascientifiche sviluppate in modo
non banale, all'ottima caratterizzazione dei personaggi – nonostante
il manga conti solo tre numeri Tagami è riuscito a inserire numerosi
spunti adeguatamente sviluppati – e a un tratto grafico inusuale
ma decisamente originale.
Esaurita e praticamente introvabile da lungo tempo quella
prima edizione, è stata a lungo richiesta a tutti gli editori che
in un momento o nell'altro hanno ristampato le opere già apparse
a inizio anni Novanta presso l'editore bolognese. Ora Grey ritorna
in un'edizione del tutto analoga all'originale giapponese pubblicata nel
1987, in tre volumi di ottima qualità, che lasciano ben sperare
per le future opere dell'editore (tra cui è possibile si annoveri
la ristampa dell'altra attesa opera di Tagami, Horobi). L'edizione
italiana è suddivisa in tre volumi di circa 200 pagine, impreziosita
da un'elegante sovracopertina con effetto rilievo sul logo. La carta ha
una buona grammatura e si rileva essere di discreta qualità nonostante
il colore grigiastro, reggendo bene neri e retini. La stampa è
a tratti opaca e leggermente sfocata, soprattutto nelle pagine originariamente
pubblicate a colori su rivista, ma si tratta di un difetto minore e sicuramente
imputabile alla non perfetta adeguatezza dei materiali originali (in Giappone Grey non ha goduto di ristampe successive alla prima uscita).
Il primo manga pubblicato da Free Books spicca per la
volontà di mantenersi quanto più aderente possibile all'originale:
questa è tra le altre cose la prima edizione occidentale pubblicata
con senso di lettura alla giapponese. Le traduzioni, effettuate ex
novo per l'occasione, contengono diverse correzioni rispetto alla
versione Granata, tra cui particolarmente significativa è la reintroduzione
della distinzione tra “Town” e “City”, in passato
appiattita nel generico “città”, che non permetteva
di cogliere appieno un punto alquanto significativo della storia. Seguendo
un trend piuttosto diffuso nell'editoria occidentale legata ai manga,
si è scelto di non tradurre le onomatopee, optando per l'uso delle
note esplicative a bordo pagina, soluzione ottimale che permette la comprensione
dei suoni senza tuttavia intaccare la tavola o rimandare a scomode tabelle
a fine albo. Ottima infine l'idea di inserire a fine volume un redazionale
in cui il curatore del volume illustra e giustifica le scelte di traduzione
e adattamento – tra cui la già citata distinzione tra “Town”
e “City” o la scelta di tradurre il soprannome del protagonista,
“Shinigami” con “Morte” – permettendo così
ai lettori di conoscere qualche degli aspetti del lavoro redazionale alla
base della pubblicazione italiana, nonché un breve articolo di
approfondimento sulla storia dell'editore giapponese Tokuma Shoten. |